In un mondo che aspira a essere sempre più inclusivo, il 3 dicembre – Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità – ci ricorda l’urgenza e la bellezza di pensare e costruire spazi in cui tutti possano vivere bene.
L’approccio Design for All: una riflessione su architettura accessibile e libertà di movimento nella giornata internazionale delle persone con disabilità
In occasione di questa giornata, abbiamo intervistato Caterina Cavo, architetto visionario e responsabile barriere architettoniche di inclusione andicap ticino. Tra le sue varie attività, questa associazione si occupa anche di diffondere e implementare il Design for All, un approccio metodologico alla progettazione di prodotti, spazi e servizi che ha come finalità l’inclusione sociale, l’uguaglianza e la parità di diritti.
In inclusione andicap ticino, IBSA ha trovato un partner serio e affidabile per dare forza al proprio programma di promozione all’inclusione e all’accessibilità. La partnership, avviata nel 2025, ha contribuito a sostenere:
- progetti e iniziative già rodate come l’evento sportivo inclusivo lo sport che unisce dello scorso maggio,
- premières come la prima conferenza svizzera dedicata all’abitare inclusivo, che si è tenuta a Lugano lo scorso 7 ottobre.
In questa intervista, la dottoressa Cavo ci racconta come il design possa diventare un potente strumento per l’equità e perché è importante costruire un futuro in cui l'inclusione non è un privilegio, ma un diritto inalienabile per tutti.
L’APPROCCIO DESIGN FOR ALL
Lei è una figura di spicco nella promozione del Design for All in Svizzera. Qual è la differenza tra l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’approccio del Design for All?
La differenza è sostanziale. Quando adeguiamo gli spazi rimuovendo le barriere architettoniche, troviamo una soluzione puntuale a un problema specifico. Per esempio: per superare un dislivello si installa una rampa, per favorire l’orientamento delle persone cieche e ipovedenti si applicano le linee tattili a pavimento. In questo modo, si permette alla persona con disabilità di entrare in un edificio e di accedere alle sue funzioni principali, ma non di fruire appieno degli spazi (dal lat. frui, giovare di). Ciò accade perché, di solito, si progetta per l’utente standard – ideale e non reale.
Con il Design for All si progetta per un’utenza diversificata (uomo, donna, persona alta, bassa, anziana, con e senza disabilità), affinché esigenze e desideri trovino risposta nella concezione degli spazi. La componente partecipativa, poi, è fondamentale: la consultazione dei fruitori è la chiave per ottenere informazioni e input che altrimenti, nel processo di lavoro tradizionale e di fatto piramidale, non avremmo. Per approfondimenti, segnalo il nostro sito www.designforall.ch.
IL RUOLO DI INCLUSIONE ANDICAP TICINO
Qual è il ruolo di inclusione andicap ticino e del Centro di Competenza Design for All in Ticino, in Svizzera e nei confronti del movimento internazionale? Quali sono le sfide che incontrate nel promuovere una vera cultura dell'inclusione nel settore edile e urbanistico?
Nel 2021 inclusione andicap ticino ha fondato il primo Centro di Competenza Design for All Svizzera, diventando il punto di riferimento per questa disciplina nel nostro Paese. Siamo affiliati alla rete internazionale EIDD - Design for All Europe, che ci permette un continuo scambio con gli esperti di tutta Europa. La sfida principale, per noi, è quella che si affronta sul piano culturale: lavoriamo attivamente per promuovere una cultura dell’inclusione a tutte le scale di progetto (per citare un maestro dell’architettura: dal cucchiaio alla città), fornendo strumenti pratici per portare il principio di inclusione all’interno della pratica progettuale.
Abbiamo, da subito, agito su differenti livelli:
- concettuale – redigendo un Manifesto Design for All che elenca, in un preambolo e in 10 punti, i principi fondanti del Design for All;
- metodologico – elaborando un Processo Design for All, ovvero una linea guida a uso di architetti e ingegneri per progettare spazi a “misura di tutti” (di prossima uscita);
- pratico – sviluppando schede tematiche con l’obiettivo di chiarire le differenze tra spazi privi di barriere e spazi inclusivi, e mostrare esempi di architetture for All.
CONFERENZA NAZIONALE “ABITARE DESIGN FOR ALL” A LUGANO (SVIZZERA)
Il 7 ottobre 2025, l’Asilo Ciani di Lugano ha ospitato la conferenza nazionale Abitare Design for All e la consegna del Merito inclusione andicap ticino 2025. Qual è stato l'obiettivo di questo evento e perché avete scelto di focalizzarvi sul tema dell'abitare inclusivo? Quale risposta avete ricevuto in termini di partecipazione e copertura mediatica?
La nuova Conferenza si inserisce tra le iniziative divulgative del Centro di Competenza Design for All Svizzera. Dopo il Convegno The People Process del 2023 – nel quale si è mostrato come l’approccio Design for All sia effettivamente applicabile in ambiti differenti, da quelli privati a quelli pubblici, da quelli di cura a quelli tutelati e classificati come patrimonio storico – abbiamo deciso di approfondire il dibattito sulla “casa”.
Il tema dell’abitare è estremamente attuale; il mercato offre tipologie standardizzate che non possono rispondere a una pluralità di esigenze. Oggi necessitiamo di sviluppare modelli alternativi che rispondano ai cambiamenti sociali e alle sfide che concernono la gestione del territorio. Con la Conferenza non volevamo offrire rigide soluzioni, bensì stimolare nuove idee e riflessioni. Abbiamo avuto un’ottima risposta da parte del pubblico e un grande interesse da parte dei media, a dimostrazione di quanto questo tema sia percepito come prioritario.
IL SOSTEGNO STRATEGICO DELLE AZIENDE
Le vostre attività beneficiano del sostegno di donazioni liberali, per esempio da parte di aziende come IBSA. In che modo l’innovazione e la diffusione del Design for All beneficiano di questo supporto?
Sostegni da parte di enti privati così ben radicati nel territorio, come IBSA, sono fondamentali. Ci permettono di procedere con lo sviluppo delle nostre attività, ampliare la cultura dell’inclusione e sperimentare nuovi approcci. La fiducia che IBSA ha riposto nel nostro progetto ci rende orgogliosi e ci sprona a lavorare con ancora più slancio.
LAST BUT NOT LEAST
Per concludere, può lasciarci una sua riflessione sull’importanza di continuare a sviluppare l’approccio Design for All e di garantire una società pienamente inclusiva?
Per far comprendere cosa sia uno spazio inclusivo, il modo migliore è realizzarlo, farlo vivere dalla cittadinanza, rendere il principio di inclusione indispensabile. Dalla nostra esperienza possiamo affermare che un luogo – ma anche un prodotto e un servizio – pensato per tutti è facile da fruire e genera benessere. Il requisito di accessibilità fa parte del progetto, ma non si deve vedere. Negli spazi concepiti secondo i dettami del Design for All si sta bene, ci si muove bene e si interagisce al meglio.