Lo sciroppo Solmucol: un flacone che cambia tutto

Tutto parte da una domanda semplice: perché uno sciroppo deve essere così complicato da preparare?
Arturo Licenziati, come spesso accade, intercetta un problema reale segnalato da medici e farmacisti. Troppe confezioni di mucolitici richiedono la ricostituzione manuale: versare, agitare, sperare di aver dosato bene. Poco pratico, poco preciso.

Così convoca i suoi tecnici e lancia la sfida: trovare una soluzione semplice, sicura, pronta all’uso. Il problema è che la N-acetilcisteina, principio attivo di Solmucol, è altamente instabile. Ma la soluzione arriva: un flacone di vetro con dentro il liquido, un tappo contenente la polvere e, nel mezzo, una sottile membrana in alluminio sigillata con termolacca. Si preme, si rompe la barriera, si agita. E lo sciroppo è pronto. Geniale nella sua semplicità.
Non solo: questa tecnologia permette di lavorare con quantità significative di principio attivo — fino a 20 grammi — superando i limiti delle soluzioni tradizionali. Una piccola rivoluzione nel packaging farmaceutico che, nel 1995, vale a Solmucol il premio per l’imballaggio più innovativo de Il Sole 24 Ore.

IBSA non si ferma: dallo sciroppo si passa a granulati, compresse effervescenti, orosolubili. Il principio resta lo stesso: facilitare la vita a chi il farmaco lo deve davvero usare. È questa attenzione pratica che trasforma Solmucol da semplice mucolitico a prodotto simbolo di un nuovo modo di fare innovazione.